Acquisti Pechino tramite fondi controllati dallo Stato
Il governo cinese, tramite dei fondi controllati dallo stato, interviene sui mercati azionari per cercare di riportare la calma dopo il crollo di ieri. Secondo quanto riporta Bloomberg fondi pubblici stanno comprando massicciamente titoli. Le Borse appaiono comunque deboli con Shenzen che ha perso l’1,87% e Shangai lo 0,23%. Hong Kong, ancora aperta, cede lo 0,54%. Secondo fonti riportate dalla Bloomberg inoltre, le autorità di controllo dei mercati di Pechino hanno comunicato verbalmente alle società che il divieto di vendita delle azioni per i maggiori investitori, deciso sei mesi fa, rimarrà valido al di là della scadenza dell’8 gennaio. Il bando era stato introdotto a luglio quando si era verificato il primo, premonitore, crollo dei mercati azionari e impedisce agli investitori che possiedono oltre il 5% in un singolo titolo di vendere. La misura si applica anche ai vertici delle società ed è stata fortemente criticata da alcuni investitori esteri. Anche l’acquisto di azioni sul mercato da parte di fondi controllati dallo stato o comunque riconducibili a proprietà pubblica è una misura introdotta a luglio. Secondo alcune stime di Goldman Sachs nei mesi scorsi i fondi hanno speso 236 miliardi di dollari in acquisti di azioni.
Europa in calo, tiene Milano (+0,34%) – Borse europee negative con l’indice d’area Stoxx 600 che cede un quarto di punto. Dopo l’iniziale rialzo innescato dall’iniezione di liquidità su mercati da parte del governo cinese, i listini si indeboliscono con Parigi che perde lo 0,80%, Francoforte lo 0,96%, Madrid lo 0,42% e Londra lo 0,17%. A creare tensione è il rischio di una conflitto in medio Oriente. Tiene Milano che con il Ftse Mib segna un +0,34% a 20.804 punti. Bene sempre Fca (+2,39%) e Ferrari (+1,95%), giù Mps (-2,82%).
Le Borse di Asia e Pacifico limitano i danni dopo il tonfo della vigilia con il governo cinese che ha rastrellato azioni per frenare l’ondata di vendite. I listini si muovono comunque debolmente con Tokyo cede lo 0,42%, Hong Kong lo 0,51%, Shanghai lo 0,26%. Più pesante Shenzen che lascia sul terreno l’1,86%. “Il tonfo di lunedì ha minato la fiducia degli investitori, il mercato rischia di non recuperare presto”, sottolinea a Bloomberg un gestore di fondi della JK Life Insurance.
Dipartimento Giustizia, avanti per affrontare violazioni
Gli Stati Uniti fanno causa a Volkswagen per lo scandalo delle emissioni truccate. E la casa automobilistica rischia una sanzione fino a 19 miliardi di dollari. Il Dipartimento di Giustizia e l’Environmental Protection Agency (Epa) accusano la casa automobilistica di aver installato dispositivi illegali in quasi 600.000 motori diesel per far si’ che le loro emissioni fossero in linea con gli standard. In base al Clean Air Act, la normativa ambientale americana, a Volkswagen potrebbe essere comminata una sanzione fino a 32.500 dollari per ognuno dei 499.000 veicoli diesel con motore 2 litri sui quali e’ stato installato il software truccato e fino a 37.000 dollari per gli 85.000 veicoli con motore a tre litri e software illegale. ”Perseguiremo tutte le strade contro Volkswagen per affrontare le violazioni” afferma il Dipartimento di Giustizia. ”L’azione e’ un importante passo per tutelare la salute pubblica cercando di rendere Volkswagen responsabile per l’inquinamento” mette in evidenza l’Epa, precisando che il confronto sui richiami con la casa automobilistica non si e’ tradotto in una strada perseguibile, ma continuera’ in parallelo con l’azione legale” afferma l’Epa. La causa e’ il ”primo passo per portare Volkswagen davanti alla giustizia per non aver reso noti i dispositivi difettosi mentre cercava di ottenere la certificazione dell’Epa. Questo si e’ tradotto in quasi 600.000 motori diesel che hanno inquinato piu’ del dovuto, a danno della salute e ingannando i consumatori” mette in evidenza il procuratore del distretto est del Michigan, Barbara McQuade. Volkswagen ha ammesso in settembre di aver installato dispositivi truccati per i test delle emissioni su 11 milioni di auto diesel a livello globale, in uno dei maggiori scandali della storia dell’industria dell’auto. La decisione di falsificare le emissioni risale a dieci anni fa, quando Volkswagen ha deciso di puntare sul diesel negli Stati Uniti. La tecnologia a disposizione non era pero’ sufficiente per tenere il passo degli standard americani sulle emissioni. Nel 2006 e nel 2007 Volkswagen ha cercato un’alleanza con Bmw e Daimler per lo sviluppo di tecnologie per ridurre le emissioni diesel, ma la partnership e’ stata abbandonata e Volkswagen ha deciso di andare avanti da sola. Una delle figure chiave dello scandalo e’ Wolfgang Hatz, promosso nel 2007 alla guida dello sviluppo motori e trasmissioni di Volkswagen. Hatz pochi mesi dopo aver preso il comando e’ stato ripreso mentre criticava aspramente le norme della California, che aveva deciso di imporre nuovi limiti alle emissioni dei gas delle auto. ”Non sono realistici” aveva detto Hatz. Hatz e’ uno dei dipendenti che e’ stato sospeso da Volkswagen con lo scandalo.
Istat, confronto con uomini su assegno medio annuo
Nel 2014 i pensionati erano 16,3 milioni e hanno percepito in media un reddito pensionistico lordo di 17 mila e 40 euro. Le donne sono il 52,9% e ricevono mediamente importi di circa 6 mila euro inferiori a quelli maschili. Lo rileva l’Istat.
L’importo medio annuo per gli uomini, sempre in termini lordi, è infatti di 20 mila 135 euro, mentre per le donne si ferma a 14 mila 283 euro. D’altra parte, si legge nel rapporto dell’Istat, “le pensionate che ricevono integrazioni al minimo sono 2,9 milioni, l’81,4% del totale, un numero di oltre quattro volte superiore a quello degli uomini (673 mila)”.
Per laureati importo assegni doppio – Il grado di istruzione fa la differenza, almeno se si guarda agli assegni da pensione. “Se il pensionato possiede un titolo di studio pari alla laurea, il suo reddito lordo pensionistico (circa 2.490 euro mensili) è più che doppio di quello delle persone senza titolo di studio o con al più la licenza elementare (1.130 euro)”. Lo certifica l’Istat.
Assegno medio 1.140 euro netti al mese – In Italia il reddito medio pensionistico netto è di 13 mila 647 euro, circa 1.140 euro mensili. Lo rileva l’Istat nel rapporto sulle ‘Condizioni di vita dei pensionati’. “Tenendo conto di tutti i trattamenti, la metà dei pensionati percepisce meno di 12 mila 532 euro (1.045 euro mensili)”, spiega l’Istituto di statistica.
In aumento bollette e tariffe, in calo carburanti e canone Rai
Nel corso del 2016 gli italiani dovranno mettere in conto una “stangata” pari a circa 551 euro a famiglia. Lo afferma il Codacons che ha elaborato uno studio sugli incrementi di spesa previsti per il nuovo anno sul fronte prezzi e tariffe.
In realtà – spiega l’associazione – a fronte di significativi aumenti per alcuni settori, si registreranno nel corso del 2016 anche delle diminuzioni di spesa. Nello specifico, la ripresa dell’inflazione – che secondo gli analisti dovrebbe attestarsi attorno all’1% nel prossimo anno – porterà le famiglie a spendere 298 euro in più per effetto della crescita dei prezzi al dettaglio, e 189 euro in più per la sola spesa alimentare. Aumenti che si ripercuoteranno anche nel settore della ristorazione (+26 euro).
Cresceranno le tariffe per la raccolta rifiuti e i servizi idrici, per un totale di +137 euro a famiglia su base annua. Per i trasporti (aerei, treni, taxi, mezzi pubblici, traghetti, ecc.) un nucleo familiare tipo dovrà affrontare una maggiore spesa pari a 44 euro, mentre viaggiare sulle autostrade comporterà un aggravio di 27 euro. Per i servizi bancari complessivamente si spenderanno 18 euro in più rispetto allo scorso anno, +9 euro per quelli postali. Discorso a parte meritano le bollette: se da un lato le quotazioni internazionali del petrolio – che secondo gli analisti saranno stabili o addirittura in discesa per il tutto il 2016 – dovrebbero portare benefici sulle fatture, dall’altro il nuovo sistema tariffario sulle bollette elettriche varato dall’Autorità per l’energia, determinerà rincari per una buona fetta di popolazione.
L’eliminazione della Tasi sulla prima casa determinerà invece un risparmio medio di 194 euro a famiglia; costerà meno il canone Rai, che scende da 113,5 euro a 100 euro, e l’assicurazione rc auto sarà più leggera mediamente di 12 euro.
Fare il pieno alla macchina comporterà una minore spesa di 68 euro rispetto allo scorso anno, ma questo solo se le quotazioni del petrolio rispetteranno le previsioni degli analisti, e se il Governo non introdurrà nuove tasse sui carburanti.
VOCI CHE AUMENTANO Prezzi al dettaglio +298 euro Alimentari +189 euro Acqua e rifiuti +137 euro Istruzione +79 euro Trasporti +44 euro Tariffe autostradali +27 euro Ristorazione +26 euro Banche +18 euro Luce e gas +12 euro Tariffe postali +9 euro
VOCI CHE DIMINUISCONO Tasi (prima casa) -194 euro Carburanti -68 euro Canone Rai -13,5 euro Rc Auto -12 euro
Cina supera gli Stati Uniti nel 2029. Germania forte con gli immigrati
L’Italia al rallentatore rischia di uscire dal G8 delle maggiori al mondo. Il Belpaese, ora l’ottava economia globale, scivolerà in 13ma posizione entro il 2030. Anche la Francia rischia, e potrebbe scendere dall’attuale quinto posto fra le economie globali al nono. La Cina superera’ gli Stati Uniti. E la Gran Bretagna si appresta a diventare la quarta al mondo. A scattare la fotografia dell’economia mondiale nel prossimo decennio è uno studio del Center for Economics Business and Research inglese. A pesare sull’Italia è la crescita piatta, che la rende l’economia con la crescita più lenta fra i paesi avanzati. L’Italia ha inoltre il secondo debito più alto nell’area euro, al 132% del pil, dopo la Grecia. La Francia non si trova in una posizione migliore. “La velocità delle riforme economiche è troppo lenta” afferma lo studio, sottolineando che un’eventuale uscita di Francia e Italia dal G8 avrebbe delle implicazioni geopolitiche. Secondo il Center for Economics Business and Research, le cinque maggiori economie al mondo dopo il 2030 saranno Cina in prima posizione, seguita da Stati Uniti, India, Gran Bretagna e Brasile. Il recente rallentamento della crescita cinese farà slittare al 2029 il grande sorpasso degli Stati Uniti in termini di pil nominale. Un sorpasso che era inizialmente atteso per il 2025. Sulla classifica pesano pero’ rischi politici. la corsa della Gran Bretagna potrebbe essere bruscamente bloccata da un’uscita dall’Unione Europea. La ‘Brexit avrebbe un impatto pesante e si tradurrebbe in una crescita più lenta. L’afflusso dei migranti, invece, aiuterà la Germania a mantenere la sua forza. ”I migranti faranno aumentare i profitti, rallenteranno la crescita dei salari e allevieranno la mancanza di talenti”.