Visita all’Expo di Milano, incontro col premier Matteo Renzi, poi trasferta romana, dove vedrà sia il presidente Mattarella che papa Francesco. E forse, in serata, l’amico Silvio Berlusconi. Vladimir Putin si muove oggi e lo fa (come spesso capita) riuscendo a fermare il traffico nelle strade ancor prima di lasciare il Cremlino. La missione è quella di uscire dall’isolamento internazionale in cui è finita la Russia dopo lo scoppio della crisi ucraina – confermato, peraltro, dalle posizioni assunte dai leader al G7 tedesco. Ecco allora che per Putin il ‘road-trip’ in Italia diventa l’occasione per compensare subito – anche mediaticamente – all’assenza in Baviera e fare il ‘tagliando’ al rapporto con Roma. E magari puntare a qualcosa di più sul fronte vaticano. “Se il papa mostra interesse – ha dichiarato il portavoce di Putin – non ho dubbi che il presidente sarà pronto a chiarire dettagliatamente la posizione della Russia nella crisi ucraina”.
Non è d’altra parte un mistero che questo resti il dossier più caldo per Mosca, alle prese con il crollo del rublo e del Pil. L’Ucraina sarà senz’altro uno degli argomenti che Putin affronterà anche con Renzi – è il secondo incontro quest’anno tra i due dopo la visita ufficiale del premier a Mosca del 5 marzo – anche se da Palazzo Chigi fanno sapere che non ci sono “messaggi nuovi” sulla questione. “Il filo conduttore è la giornata russa all’Expo”, spiega una fonte vicina al premier. Nulla di nuovo nemmeno sul lato sanzioni, che “sono in vigore” e restano legate agli avanzamenti del dossier ucraino. Meglio insomma non infilare il dito nella piaga. Questo però non vieta di toccare altri argomenti chiave per l’Italia, come “la crisi in Libia e l’emergenza migranti”. Il ruolo della Russia nell’attesa risoluzione dell’Onu è infatti “centrale” e lo sarà – par di capire – soprattutto per gli aspetti che riguardano la “stabilizzazione” del futuro governo libico. Fondamentale dunque è coinvolgere la Russia “fin dall’inizio della strategia”.
Inoltre, e non è poco, Renzi e Putin parleranno di “cooperazione bilaterale” e “progetti industriali” che si possono sviluppare nel quadro della situazione attuale. Ovvero sanzioni permettendo. Non a caso a Milano insieme a Renzi ci sarà l’ad di Eni, Claudio Descalzi, ed è molto probabile che il top manager avrà un incontro col presidente russo, tanto più che in Italia verrà anche il potente capo del colosso petrolifero Rosneft, Igor Secin – così come il vice premier Igor Shuvalov, il ministro dell’Industria e del commercio Denis Manturov e il ministro dello Sviluppo economico Alexiei Uliukaiev. “Renzi – spiega una fonte diplomatica – non potrà non ricordare a Putin che le sanzioni verranno tolte una volta raggiunti gli accordi di Minsk: sta alla Russia decidere che strada seguire”. Il presidente russo, dal canto suo, per evitare lo scacco sta cerando di “spaccare” il fonte occidentale, “separando l’Ue dagli Usa”. L’Italia, di contro, punta ad “anestetizzare” l’aspetto divisivo del dossier ucraino per limitarne l’impatto negativo sui rapporti bilaterali. Una strategia volta a tutelare gli “interessi nazionali” ma che ha pure “un riflesso sulla partnership europea”. E’ questo, in soldoni, il compito (non facile) del presidente del Consiglio italiano.
Fonte: ANSA